La meno sempre attorno con concorsi su concorsi, e per una volta son riuscita a finire un lavoro. Fatto col culo, dal mio personalissimo punto di vista, e non lo dico per falsa modestia.
La verità è che disegno troppo poco, in modo troppo discontinuo, su temi troppo fissi. Raramente mi cimento in vere e propri tavole. Sono un'aspirante fumettista che non sa disegnare fumetti.
Comunque sono riuscita a finire sta cosa, stamparla e spedirla (DODICI EURI e dieci centesimi mi è costata, dodici euri buttati al 99%; in mona anche le poste) e suppongo che dovrò per forza trovare la strada fino a San Donà di Piave per vedere in faccia il
Torniamo all'inizio, se c'era un inizio (non sono chiara neanche a me stessa, figurarsi agli altri). Non so fare fumetti. Non so inchiostrare, non so gestire lo spazio all'interno della vignetta, men ché meno equilibrare i bianchi e i neri per renderla leggibile; non ho inventiva nella costruzione della pagina.
Non sono una cima, ma a una conclusione sono giunta: mi mancano pratica e esperienza. E no, non sono sinonimi.
Come "pratica" intendo la riproduzione pedissequa di lavori altrui (lavori che magari valgano la pena di essere studiati e copiati), volta a impratichire le capacità tecniche, ad acquisire tutti quei trucchi del mestiere che si capiscono solo sporcandosi le mani (e le braccia, nel caso specifico *coff coff*).
La "esperienza", come la concepisco io nel mio bizzarro universo semantico, sta nel buttarsi. Nel cimentarsi in progetti personali e indipendenti, realizzati con cura in ogni aspetto (documentazione, stesura della sceneggiatura) da portare avanti con convinzione e impegno, imponendosi delle scadenze.
E arriviamo al puttanone. Il puttanone fa parte di un progetto che mi porto dietro da una vita, a cui mi pare sia arrivato il momento di dare forma concreta. Io comincio a scrivere, vediamo che succederà.