sabato 28 gennaio 2012

tyger, tyger...


Ammetto che il pesaculismo è una delle mie spiccate e invidiabili doti. Se l'abilità nel disegno arrivasse anche solo vagamente agli stessi livelli, volendola dire con una perifrasi (perifrasi? quand'è stata l'ultima volta che ho nominato una figura retorica?), potrei avvolgere le tele del Caravaggio attorno al tubo della carta igienica.
Fortunatamente (o sfortunatamente, dipende dai punti di vista) la morte del blog non è interamente dipesa da me.

Ma procediamo con ordine: la storia ha inizio uno sfortunato 14 dicembre in quel di Torino dove mi trovavo, completamente contro la mia volontà, per aiutare il genitore padre nel suo lavoro. Sfiga volle che mentre il genitore padre e la sottoscritta fossero ignari a passeggiare per il centro, un n numero di disgraziati s'infilasse nel camper di costoro, sottraendo in ordine di valore:
1) numero uno borsa Scuola Comics contenente tutti, tutti, i lavori realizzati in due mesi
2) varie altre cagate di valore più o meno discutibile, andanti dalla radio, al paio di calzini bucati al plutonio che probabilmente più che venir rubati, hanno approfittato della confusione per animarsi e fuggire sui loro alluci.
Inutile dilungarsi sulla mia immediata reazione emotiva, che ha vacillato dal tentato suicidio al tentato suicidio.
E grazie tante al discorso del "c'è andata di culo perché infondo son stati gentili, come minimo potevano spaccare tutti i finestrini". Se mia nonna aveva le ruote era una carriola.

Alla fine siamo tornati a casa col cuore in pace che ci toccava far tutta la trafila per i documenti (perché oltretutto nella borsa c'era il mio portafogli, e in un'altra la carta d'identità di mio padre), e che a me conveniva ricominciare a lavorare sulle tavole e gli esercizi.
Non è stato facile. Il lavoro non era (e non è tutt'ora, perché mica ho finito) dei più semplici. Senza contare che l'episodio mi ha smonato, come si dice in gergo tecnico, più di quanto avrei immaginato.
Dover riprendere tutto dall'inizio, ripercorrendo le stesse fasi e paragonando il nuovo lavoro al precedente mi ha fatto girare le palle non poco.
Specialmente perché per quanto una tavola faccia cagare, nel momento in cui la devi rifare quella che stai disegnando ti fa venti volte più schifo dell'altra. Di default.

Quindi, che altro dire?
Mi girano, immensamente, e mi girano ancora di più perché ero riuscita a prendere un bel ritmo e a lavorare un sacco (rispetto ai miei standard e all'anno scorso), ritmo che ho totalmente perso.
Non so quanto sia colpa del furto e quanto della mia nulla forza di volontà, ma ora come ora vorrei quella borsa indietro. Ormai neanche tanto per i disegni, quanto per colmare un vuoto di giustizia e spegnere questa frustrazione.

2 commenti:

Elisa Di Virgilio ha detto...

Io vorrei che quegli stronzi quantomeno avessero l'accortezza di rimandarti i disegni, o di darli in qualche modo alla polizia. Io dopo aver rifatto per 3 volte la tavola francese dello sparviero (con risultati cmq discutibili) non ne potevo più.
Forza, hai comunque ripreso a lavorare, e sei intenzionata a farlo ancora. Quel vuoto difficilmente si colmerà in una settimana, ma intanto che auguriamo il cagotto a spruzzo per mesi a quei ladri, te stringi la matita e riprendi! A giugno ,anca ancora tanto, e i professori capiscono bene lo stress (a un mio compagno hanno buttato via l'albo del primo anno. Tutto. Non è stata una bella scoperta)

Sushee ha detto...

In realtà avranno preso la borsa senza neanche guardare cosa c'era dentro, e appena si saranno accorti che non c'era niente di valore l'avranno buttata :)
Tre volte lo sparviero? Masochismo puro xD