Personaggio dal solito GDR. Lo so, non me ne libererò mai.
mercoledì 18 dicembre 2013
giovedì 5 dicembre 2013
lunedì 2 dicembre 2013
lunedì 25 novembre 2013
Free!dom
Disegni realizzati per la Notte Bianca della pagina No ma Free lo guardo per la trama, eh. Due giorni di delirio puro dei quali non sarò mai abbastanza grata :°D
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lunedì 18 novembre 2013
Naked Guys and miscelanea
*Ritornano gli aggiornamenti regolari nel blog, e quale modo migliore di iniziare la settimana se non con un mucchio di ragazzi nudi e bagnati? :D
Free sarà la mia rovina *sigh*
**New update! With lots of wet, naked boys, because there's no better way to start your week!
Free is ruining my life *sigh*
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schizzi
giovedì 31 ottobre 2013
lunedì 9 settembre 2013
sabato 3 agosto 2013
Comunicazione di servizio
In questo momento mi trovo da qualche parte tra le ferrovie di verona e milano, in viaggio verso le ferie. Non sono riuscita a postare niente la settimana scorsa, chiedo venia, ma dalla prossima si reinizia a tutta forza.
Buone vacanze a tutti!
Buone vacanze a tutti!
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lunedì 22 luglio 2013
Del titolo e dei personaggi – Leder [parte 4]
Mi scuso per la settimana di silenzio,
ma sto lavorando a diverse cose in parallelo e ho bisogno di dilatare
i tempi. Spero di aggiornare con qualche altro extra nei prossimi
giorni!
Giungiamo al termine del giro dei
protagonisti con Leder.
Hawk rappresenta un punto fermo
all’interno del gruppo.
È il pilastro che sorregge i Falchi
Neri, che li definisce e dà uno scopo ai suoi membri. È quello che
a dispetto di quanto venga amato od odiato rimane comunque una
certezza irremovibile.
In questa metafora Leder è quello che
esamina il pilastro, trova la minuscola crepa che potrebbe farlo
cedere e la prende a picconate. Ma lo fa in modo intelligente,
calibrando la potenza di ogni colpo e prendendosi il tempo per
abbatterlo senza che nessuno se ne accorga.
Leder è il terzo membro anomalo del
gruppo: è diverso prima di tutto perché diventa un membro dei
mercenari a 18 anni, quindi non cresce nei Falchi e ciò gli permette
di osservare le persone che gli stanno intorno con maggior distacco,
senza essere condizionato dalla sorta di Sindrome di Stoccolma che
affligge i suoi compagni; di conseguenza è anche molto più
indipendente e ambizioso.
Fun fact: è anche un grosso figlio di
puttana.
Ma perché Hawk dovrebbe accettarlo nel
gruppo sapendo che c’è un rischio molto alto che una mina vagante
come lui possa mettergli i bastoni tra le ruote?
Perché era in sconto. Letteralmente.
Leder viene venduto a Hawk come schiavo tuttofare e si dimostra
immediatamente tutto ciò che Kevlar vorrebbe essere nei suoi sogni
più bagnati: un soldato robusto, sveglio e disciplinato,
particolarmente adatto per la mischia.
E perché è anche un ottimo attore,
disposto a fare di tutto per raggiungere i propri obiettivi. Dote che
devi possedere per forza se vuoi sopravvivere a 18 anni di “schiavo
tuttofare”.
Così Leder fa ciò che gli riesce
meglio: ricavare il maggior guadagno possibile dalla sua posizione,
manipolando chi può tornargli utile. Ma quanta influenza può avere
l’ultimo arrivato in un gruppo di soldati sottomessi?
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lunedì 15 luglio 2013
Del titolo e dei personaggi – Kevlar [parte 3]
Prosegue il tour dei personaggi
principali. Oggi è il turno di uno dei miei beniamini: Kevlar.
È il membro più giovane del gruppo
dopo Elisabeth e il figlio naturale di Hawk.
Non ha mai conosciuto sua madre, né si
è mai spiegato perché una donna dovrebbe volere un figlio da uno
come Hawk, che non concorre esattamente per il trofeo di genitore
dell'anno.
Detesta suo padre per ciò che fa, ma
come ogni figlio allo stesso tempo ne cerca l’approvazione e si
tormenta perché non riesce ad essere ciò che il padre vorrebbe: un
guerriero forte, capace di andare all’assalto del nemico e
sconfiggerlo in un gretto corpo a corpo.
Ma Kevlar di costituzione non è adatto
alla prima linea e si limita dapprima a smontare e ripulire le armi,
diventando poi un vero esperto di meccanica e in seguito, con
l’arrivo dei primi sistemi computerizzati, anche di informatica.
È inoltre un ottimo cecchino grazie
alla sua vista di 11/10 all’occhio destro; dal sinistro invece è
quasi completamente cieco.
Kevlar è un personaggio che mi diverte
un sacco (mi diverte soprattutto torturarlo, purtroppo per lui)
perché è molto sarcastico, quello che in ogni situazione,
specialmente nelle meno opportune, ha la battuta pronta, spesso o
molto tagliente o molto volgare; ma il suo modo di fare spavaldo
nasconde in realtà un grande senso di inadeguatezza nel confronto
con gli altri membri del gruppo che lo ignorano e lo tengono alla
larga.
Tutti meno che Liz, che diventa la sua
ancora di salvezza. Prima perché è contento che ci sia qualcuno più
debole di lui, ma poi sviluppa dei sincero affetto nei suoi
confronti, anche se un po’ morboso (e Liz non ne è molto felice).
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venerdì 12 luglio 2013
mercoledì 10 luglio 2013
Del titolo e dei personaggi – Liz [parte 2]
Adesso, non è che voglio mettermi a spiegare la trama per
filo e per segno e dilungarmi all'infinito.
Ma di queste cose – forse solo di queste – mi piace parlare a briglia
sciolta.
Dicevo: Hawk rischiava di starmi troppo simpatico, così ho
dovuto contrapporgli dei protagonisti con un carattere altrettanto forte e
porli in conflitto, perché come già noto il conflitto è il motore della storia.
E a girare la chiave nel quadrante si può dire che è proprio
lei, Elisabeth, l'elemento anomalo del gruppo che spezza, in realtà solo
superficialmente, gli equilibri tra i Falchi Neri.
Liz nasce in una famiglia agiata, amata e coccolata così
tanto da sentirsi oppressa, figlia unica di un ufficiale che ha un passato
legato a filo doppio con quello di Hawk. Elisabeth – nome elegante, ma banale e
sdolcinato – diventa Liz quando viene strappata alla sua graziosa vita da
bambola, per essere catapultata nella realtà dei Falchi ed essere costretta a
lottare per sopravvivere e per conquistarsi un posto nel gruppo. Le mani
morbide della bambina che suonava il piano si ricoprono di calli e cicatrici, e
anche il suo cuore si indurisce come il cuoio.
Volevo giocare sul contrasto tra il suo aspetto gradevole e
il suo modo di fare molto duro, schietto, spesso caustico, anche se la
caratteristica che contraddistingue la
Liz adolescente è senza dubbio l'indifferenza, verso gli
altri e verso se stessa. Se il brusco cambiamento di ambiente accende in lei
sentimenti violenti e mai provati prima – odio, ribellione, disprezzo – il
tempo e l'abitudine smorzano il suo impeto e la uniformano agli altri
mercenari.
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p.t.s.d.
lunedì 8 luglio 2013
Del titolo e dei personaggi [parte 1]
Tre anni di Scuola comics mi hanno insegnato che esistono almeno due modi di scrivere una storia: quello base base consiste nel mettere in fila una serie di avvenimenti e costruire un'avventura; l'altro è il romanzo di formazione e sì, è quello che preferisco.
Non mi ritengo una gran narratrice di storie “pure” che non ruotino inevitabilmente attorno al protagonista, spesso appiattendo sullo sfondo tutto il resto. Pirandello, Svevo, come molti altri autori di inizio Novecento ci dimostrano che un uomo – un uomo anche piuttosto sfigato – e i suoi pensieri possono diventare i protagonisti di un racconto.
Ma, come nella maggior parte dei casi, la verità sta nel mezzo.
Ecco allora che la storia diventa il motore dei personaggi, il pretesto che li spinge a cambiare; perché cosa rende davvero interessante un essere umano, reale o fittizio, se non il suo percorso verso la maturità?
Parto da qui per gettare le basi delle mie storie, e creo i miei protagonisti. Ma per dare un'anima a questi omini di carta serve un conflitto. Così per P.T.S.D. ho scelto IL conflitto: la guerra, perché non esiste qualcosa che possa spezzare un essere umano con pari violenza e allo stesso tempo spingerlo ad evolvere. La sopravvivenza è l'istinto primario dell'uomo.
P.T.S.D. parla di un gruppo di persone che è sopravvissuto a una guerra, chi vivendola in prima persona, chi crescendo nella speranza di un futuro migliore. Ma non basta cessare una guerra per cancellarne il passaggio, per far andare via la paura.
Allora ci si stringe gli uni agli altri e si cerca di formare dei legami: nasce così la Squadra dei Falchi Neri, un manipolo di giovani mercenari guidati da un leader che col suo carisma tiene insieme questa specie di famiglia disfunzionale.
Volevo che Hawk, il capo, fosse un'antagonista totale, ma non mi piacciono i villain vecchio stampo. Così, accantonate le risate malefiche, i monologhi e le poltrone girevoli, mi restava un personaggio ambiguo, tanto cattivo quanto affascinante. Di un fascino sottile, quasi subliminale, una di quelle persone alla quale non sai dire di no.
Quando prendi in simpatia un personaggio, cerchi sempre di salvarlo. Cominci a ricostruire la sua vita, a dargli un obiettivo, a spiegare il perché del suo comportamento e razionalizzare le sue scelte; insomma cominci a comprenderlo.
Ma il “cattivo” ha un ruolo preciso nei meccanismi di una storia e non può diventare “buono”.
Allora ho pensato: e se ribaltassi la situazione?
Se facessi in modo che il fascino che esercita sugli altri personaggi sia proprio ciò che lo rende spregevole?
Non mi ritengo una gran narratrice di storie “pure” che non ruotino inevitabilmente attorno al protagonista, spesso appiattendo sullo sfondo tutto il resto. Pirandello, Svevo, come molti altri autori di inizio Novecento ci dimostrano che un uomo – un uomo anche piuttosto sfigato – e i suoi pensieri possono diventare i protagonisti di un racconto.
Ma, come nella maggior parte dei casi, la verità sta nel mezzo.
Ecco allora che la storia diventa il motore dei personaggi, il pretesto che li spinge a cambiare; perché cosa rende davvero interessante un essere umano, reale o fittizio, se non il suo percorso verso la maturità?
Parto da qui per gettare le basi delle mie storie, e creo i miei protagonisti. Ma per dare un'anima a questi omini di carta serve un conflitto. Così per P.T.S.D. ho scelto IL conflitto: la guerra, perché non esiste qualcosa che possa spezzare un essere umano con pari violenza e allo stesso tempo spingerlo ad evolvere. La sopravvivenza è l'istinto primario dell'uomo.
P.T.S.D. parla di un gruppo di persone che è sopravvissuto a una guerra, chi vivendola in prima persona, chi crescendo nella speranza di un futuro migliore. Ma non basta cessare una guerra per cancellarne il passaggio, per far andare via la paura.
Allora ci si stringe gli uni agli altri e si cerca di formare dei legami: nasce così la Squadra dei Falchi Neri, un manipolo di giovani mercenari guidati da un leader che col suo carisma tiene insieme questa specie di famiglia disfunzionale.
Volevo che Hawk, il capo, fosse un'antagonista totale, ma non mi piacciono i villain vecchio stampo. Così, accantonate le risate malefiche, i monologhi e le poltrone girevoli, mi restava un personaggio ambiguo, tanto cattivo quanto affascinante. Di un fascino sottile, quasi subliminale, una di quelle persone alla quale non sai dire di no.
Quando prendi in simpatia un personaggio, cerchi sempre di salvarlo. Cominci a ricostruire la sua vita, a dargli un obiettivo, a spiegare il perché del suo comportamento e razionalizzare le sue scelte; insomma cominci a comprenderlo.
Ma il “cattivo” ha un ruolo preciso nei meccanismi di una storia e non può diventare “buono”.
Allora ho pensato: e se ribaltassi la situazione?
Se facessi in modo che il fascino che esercita sugli altri personaggi sia proprio ciò che lo rende spregevole?
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p.t.s.d.
martedì 2 luglio 2013
Per chi se lo ricorda...
Qualcuno ricorda il progetto di cui sproloquiavo qui quasi un anno fa?
Mi pare evidente che non abbia preso la piega che speravo. Questo non significa che abbia smesso di lavorarci.
O che il lavoro sia terminato.
Sto preparando un paio di articoli al riguardo, che dovrebbero mettere un po' più in chiaro lo stato di avanzamento del lavoro, lo obiettivo che mi sto prefiggendo e un paio di beghe mie personali.
Ci si sente tra un paio di giorni e si torna alla carica col blog!
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wip
mercoledì 13 marzo 2013
giovedì 28 febbraio 2013
lunedì 25 febbraio 2013
martedì 19 febbraio 2013
Motoko
Perché si capisce che ARISE sarà una merda, quindi ci piace ricordarla così.
Schizzo veloce fatto con la Brushpen tra uno storyboard e l'altro, colorato a photoshop.
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